Appunti per l'hackathon – 2nd track: ePSI scoreboard

 
In vista del raduno, a mero uso e consumo dei partecipanti alla seconda sezione dell'hackathon, che non abbiano avuto modo e tempo di approfondire, ecco qualche indicazione sull'oggetto dello stesso.
Lo scopo è revisionare il punteggio italiano inserito nell'ePSI Scoreboard. L'ePSI è lo European Public Sector Information (Platform), ovvero il corpo di dati della macchina pubblica europea: trova il suo fondamento attuale nella direttiva sul riuso dei dati degli organi pubblici esistenti nell'Unione Europea
Lo Scoreboard (letteralmente “tabellone segnapunti”) è il sistema di classificazione che l'ePSI ha inteso adottare per valutare lo stato di diffusione dei dati aperti e di attuazione della citata direttiva negli Stati membri. E' stato compilato sulla base di ricerche internet e dell'apporto di esperti, presentando dunque un certo margine di incertezza, nonché inesattezze dovute all'inevitabile obsolescenza delle informazioni: non ha, infatti, tenuto conto delle molteplici iniziative in tema di dati aperti sorte di recente, soprattutto in riferimento agli Enti Locali.
Consapevole di questi limiti, la stessa ePSI Plateform invita ad inviare, tramite apposito modulo di contatto, i dati necessari a correggere le informazioni in loro possesso.
L'obiettivo è, dunque, quello di adeguare il dato italiano sulle pratiche open data alla situazione attuale, ben più rosea che in precedenza, dato sottostimato, a quanto pare, nello scoreboard.
I criteri di misurazione usati concernono sette aspetti del riuso di dati pubblici, ciascuno dei quali basato su un certo numero di indicatori:
 

  1. attuazione della direttiva PSI, con due indicatori da 50 punti cadauno: attuazione della direttiva in assenza di procedure d'infrazione ad essa inerenti e quantità di esenzioni dall'attuarla, concesse dallo Stato membro ad alcuni Enti;
  2. politica nazionale di riuso, con cinque indicatori da 20 punti cadauno: previsione di un obbligo generale di garantire il diritto al riuso, distinzione tra riuso commerciale e non commerciale, procedura di appello e risarcimento avverso il diniego di riuso da parte di un organo pubblico, esortazione dello Stato agli Enti ad effettuare il riuso spontaneamente piuttosto che su richiesta, previsione di licenze nazionali consigliate;
  3. formati, con quattro indicatori, due da 20 punti e due da 30 punti: incoraggiamento a pubblicare dati “grezzi” in standard aperti, obbligo di pubblicare dati “grezzi” in standard aperti, incoraggiamento a pubblicare Linked Open Data, esistenza di cataloghi/portali nazionali e/o regionali;
  4. costi, con tre indicatori alternativi da 30 e 50, perché due opzioni si escludono: adozione di un modello che ripaghi i costi, adozione di un modello basato sui costi marginali, adozione di un modello a costi marginali con eccezioni;
  5. diritti di esclusiva, con tre indicatori, da 50, 30 e 20 punti: previsione del divieto di garantire diritti esclusivi di riuso o pubblicazione a determinati soggetti, pendenza di giudizi legali contro un ente che abbia concesso diritti di esclusiva, cessazione coatta di almeno due contratti di esclusiva;
  6. disponibilità di informazioni locali e regionali e comunità open data, con tre indicatori, da 40 e 20 punti: esistenza blanda (40), moderata(40) o consistente (20) di enti locali che abbiano pubblicato almeno un toto di dataset ed esistenza di comunità locali di attivisti (credo abbiano sbagliato a indicare i punti però);
  7. eventi e attività, con tre indicatori, da 50, 25 e 25 punti: pochi eventi nazionali o inter-regionali (50), vari eventi nazionali o inter-regionali (25) e un numero considerevole di eventi nazionali o inter-regionali (25, anche qui credo abbiano indicato male i punti).

 
L'ePSI stesso invita anche ad informarli se i criteri adottati sono da ritenersi errati o poco pertinenti, pur precisando che non prevedono di modificarli a breve: direi che di modifiche possiamo discutere, ad esempio rispetto ai costi nel documento illustrativo si parla anche di ROI, che Alberto in un thread spiegava essere concetto poco consono ai dati aperti. Ritengo, inoltre, come accennato, che in alcuni casi abbiano invertito i punti da assegnare: non vedo perché, altrimenti, un numero considerevole di eventi (almeno dodici annuali dice il questionario) riceva la metà dei punti di un numero basso di eventi (almeno quattro annuali).
Infine, si precisa che i punti degli indicatori sono assegnati con principio del codice binario: o tutti o niente. Quindi, se un obiettivo legato all'indicatore non è raggiunto al 100%, il valore è zero e non 30,5 o 14,995784739.
Questo può costituire un punto di partenza, si attendono ovviamente ulteriori contributi ed osservazioni, nonché l'opinione di Morena Ragone posta a direzione della second track.
Buon lavoro a tutti.

Commenti

Ciao Francesco,
grazie per bella presentazione, innanzitutto. Credo che il lavoro che ci prepariamo a fare a Bologna sia molto importante: da una parte, ci consentirà di entrare in relazione diretta con la PSI Directive - quanti di noi la conoscono davvero? - e, dall'altra, ci aiuterà ad approfondire la valutazione data al processo di apertura dei dati pubblici nel nostro Paese, migliorandone, se del caso, le precedenti valutazioni..Negli utimi mesi, infatti, sono molte le attività intraprese, sia a livello normativo, che di sensibilizzazione e di avvicinamento al tema: non dubito che, allo stato, i risultati saranno migliorativi, grazie anche all'aiuto di tutti gli spaghettari e spaghettare che vorranno lavorarci. Di certo, il lavoro in crowd che ci apprestiamo a realizzare consentirà anche di verificare la presenza di eventuali errori, come quelli da te segnalati, e di portarli all'attenzione del gruppo di lavoro. 
Ci vediamo a Bologna, allora!