Intimo, dati, retorica

Un recente post di Michele Vianello ha dato origine ad un dibattito tra i membri del gruppo SOD. Scorrendo i vari commenti non sarà difficile notare che esistono opinioni diverse sia sugli obbiettivi sia sui contenuti del post in questione. Qui sotto trovate qualche mia riflessione, del tutto personale e non rappresentativa di una posizione comune (meno che mai "ufficiale") degli spaghettari.

Il post di Vianello - tecnicamente - rientra nel genere dell'invettiva​. L'invettiva è caratterizzata sempre da un obbiettivo polemico ben definito e dalla scarsa presenza di argomentazioni strutturate: non è destinata a un pubblico di interlocutori, prevede solo amici e nemici. E' invece ricca di tecniche e figure retoriche destinate ad emozionare un uditorio che non si ha interesse a convincere ma a trascinare, costringendolo entro premesse non discutibili (ma non per questo false). 
 
Questo post è in effetti un buon esempio di uso della retorica: ci troviamo l'anafora (quel "Possibile non si capisca" ripetuto), l'iperbole, il sarcasmo, l'argomento "ad personam" (gli "aspiranti consulenti" della PA, motivati da interessi privati più che da elevati ideali), la petizione di principio. Vorrei chiarire: sto parlando della forma del discorso, non della qualità degli argomenti "a monte". D'altra parte, se uno preferisce l'invettiva al confronto dialettico un motivo ci sarà. Capisco che qualcuno qui stia tossicchiando imbarazzato e cerchi di derubricare il post a benevola provocazione, o di promuoverlo a rude incitamento, ma io penso che vada esaminato con attenzione.
 
Il bersaglio mi pare evidente, visto che l'unico ente concreto di cui si parla (in negativo) e che viene chiamato per nome è il "movimento per gli open data". Il sarcasmo riservato ai "militanti", poi, toglie ogni eventuale dubbio (e il successivo "Sprecare simili talenti in nome della “trasparenza” mi pare sbagliato" temo suoni a questo punto un po' come una tardiva captatio benevolentiae). Credo sia lecito ricondurre al movimento anche altre maligne entità astratte come la "parzialità" o la "pseudopolitica" e che quel "Possibile non si capisca" vada reso più esplicitamente con "Possibile che il movimento non capisca". 
 
Il testo è composto da affermazioni non dimostrate e interrogazioni retoriche, cioé domande che incorporano la risposta, che la implicano - e non sempre hanno il punto interrogativo alla fine: "la battaglia per l’uso del dato aperto è troppo importante per relegarla alla parzialità e alla pseudopolitica" è, in realtà, una domanda retorica ("Vogliamo forse relegare una battaglia così importante nella parzialità e nella pseudopolitica?") ribaltata in affermazione. Quell'insistito "Possibile non si capisca"​, poi,​ mi piace molto: ​è accorato, ​crea complicità con il lettore e allo stesso tempo suggerisce che il bersaglio (il signor "si") soffre di un deficit intellettuale così serio da impedirgli di cogliere l'ovvio (ovvio per chi scrive e per i​l ​lettore complice).
(Non vorrei che tutto questo suonasse offensivo: l'invettiva, piaccia o no, è un genere fatto così)
 
Anche le domande retoriche vanno prese sul serio. Un buon esercizio è rispondere nel modo "sbagliato" e poi chiedersi "come diavolo potrei argomentare questa posizione?". 
Facciamo la prova. 
Possibile non si capisca che, in formato open, prima di tutto, andranno messi i dati che potranno generare un valore economico e sociale da parte dei cittadini, delle imprese, della Pubblica Amministrazione?
Risposta sbagliata: "sì, è possibile"
 
Esempio di argomentazione:
 
"Non credo che la PA (perché è di questo che si parla fin dall'inizio del post) sia in grado di stabilire a priori quali dati sono "utili" per le imprese, quindi è bene che non ci provi nemmeno e lasci fare, come si dice, a chi è del ramo. Anzi: penso proprio che - parlando di dati - la PA abbia altri compiti, in primis quello di consentire ai cittadini ​e ai sempre più fantomatici watchdog di valutare il suo operato​, o di informarli su quello che succede in città (la scuola, la salute, l'immigrazione, roba così)​. Pubblicare ​un bilancio chiaro è una sua priorità assoluta. ​Il formato open​, a questo punto,​ non è un lusso aggiuntivo: aumenta il potenziale informativo​ dei dati e quindi il valore per chi intende utilizzarli. E' in questo modo che possono entrare in circolo. E' in questo modo, ad esempio, che da affermazioni generiche e inutili del tipo "quel tizio guadagna troppo" si può passare a "quel tizio guadagna inspiegabilmente più dei suoi equivalenti in altri uffici pubblici". 
Aggiungo che questa storia dello sviluppo generato dagli open data al momento mi lascia freddino. Ho ben presente come si fanno i soldi con dati riservati o di cui si ha il monopolio, vedo esempi di applicazioni gratuite basate su open data, non mi pare invece di vedere 'sto gran business (per non parlare di nuova occupazione) generato da dati open e che rimangono open
.Inter nos, sono intimamente convinto che lo streaming delle sedute di qualsivoglia ente sia uno spettacolo che ci possiamo mediamente evitare e confesso di aver fatto uso di Radio Radicale come sonnifero"
 
Facile, no? Provate anche voi.​